martedì 1 marzo 2016

Recensione libro: "La banda degli invisibili" di Fabio Bartolomei.

Fabio Bartolomei è un genio. Partiamo da questa fondamentale certezza.
Dopo l'esordio fulminante di  Giulia 1300, La banda degli invisibili.
Ad avercelo tra le mani questo libro, c'è da divertirsi davvero, e da commuoversi anche un po’.
Quattro pensionati, poco avvinazzati ma molto avvelenati, Angelo, Osvaldo, Ettore e Filippo, ex partigiani,decidono di rapire Silvio Berlusconi, senza azioni cruente, vogliono solo parlare con lui e fargli chiedere scusa a tutti gli italiani. Poco importa degli acciacchi, dei medicinali da prendere ad orari fissi, dei pannoloni mal celati che fanno capolino. I quattro tremendissimi, ogni giorno si danno appuntamento per le loro piccole azioni di disturbo alla quotidiana indifferenza, quella che vuole i vecchietti  a rincoglionirsi sonnacchiosamente davanti al palinsesto, nelle squallide sale bingo e in altri luoghi di socializzazione coatta.
Tra le azioni a maggiore impatto, i blocchi organizzati delle auto blu in corsia d'emergenza o le buste piene di cacca  spedite ad incauti padroni di cani , insomma una sorta di flash mob della terza età.

Non a caso, Angelo, voce narrante, il più agguerrito, la mente armata del gruppo arzillo, chiude ogni paragrafo con un testamento dove i destinatari si assottigliano sempre di più. All'inizio ci sono tutti i famigliari,  alla fine restano solo gli amici.
Iracondi e claudicanti, caustici e soli, i protagonisti di questo romanzo riescono a rovesciare il tavolo con una forza dissacrante che gli viene dal passato e che è proiettata ad un futuro che, nonostante l'età riescono ancora a vedere e a voler donare a qualcuno o qualcosa, anche solo ad un ideale o ad un amore ormai senile ma mai sopito.
Un libro in cui si ride e ci si immalinconisce, si riflette e ci si indigna come solo i vecchietti sulle panchine sanno fare, Bartolomei è capace di farci vedere questi quattro tripedi intrepidi in ogni gruppetto di anziani che d'ora in poi incontreremo sull'autobus o al parco, e soprattutto ci fa sperare che esistano davvero, perchè la loro forza sovversiva è l'unica cosa che potrà salvarci.
Quelli  per cui si imbroglia a carte, fingendo di perdere per permettergli una piccola vincita, quelli con cui si divide con dignità una margherita in 4, quelli per cui si continua a scendere di casa la mattina, e con cui si fanno grandi piani, immaginari e non.
E poi c'è Lauretta, 76 anni, la ragazza più bella del mondo, gli orecchini a lampadario e il  walk man da cui prende lezioni di lingue. Arriva al centro anziani e saluta tutti col suo francese romanizzato,fa ancora sognare Angelo, che però davanti a tutti fa lo scontroso.


Roberta Paraggio

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