lunedì 1 febbraio 2016

Recensione libro: "Fosso della Strillona" di Sandra Cisneros.


¡Què sabroso Sandra!
Alcuni libri sanno di inchiostro, di parole, di petrolio secco, di chiuso, di scaffale claudicante, di polvere starnutente o peggio di sonno incombente.
 I libri di Sandra Cisneros no,  i libri della più famosa scrittrice chicana hanno un gusto salato.
Il sale del Messico che si trasferisce a el otro lado, il sale  che trasmigra in Texas, che insaporisce tapas, tortillas, guacamole, che si infila tra i denti, che si distilla da lacrime di gioia, malinconia, orgoglio.
Fosso della Strillona, raccolta di racconti della Cisneros, riedito da LaNuovafrontiera per il decennale dalla prima uscita, è una cucina tex-mex affollata di donne ciarliere, fiere, aspiranti tali, adultere e amanti. Ognuna gira la sua minestra, ognuno impasta il suo pane e ce lo offre. Un impasto giusto di parole, aromi q.b., un po' di pepe.
Le donne di Sandra hanno tagliato le trecce alle querule eroine delle telenovelas messicane, beh, ogni tanto le guardano, perché si sa quanto sia difficile staccarsi da Veronica, Dulce, Dolores o Topazio, ma , hanno deciso di esser donne che fanno succedere le cose e non donne a cui le cose succedono e basta.


Parlano una lingua che ha il suono di gente abituata a parlare a tavola l'uno sull'altro, a bocca piena e masticante, di nonne che pregano e nipoti che per non morire di noia iniziano a contargli i peli dei baffi.
Nel soggiorno affianco alla cucina delle donne, sui divanetti ancora incellophanati di finta pellecchia color latte e caffè o solo caffè bruciacchiato, con la testa appoggiata ai centrini inamidati di pizzo plastificato, ci sono gli uomini, padri, nonni, amanti, mariti, zii. Per lo più racconta balle , fedifraghi o ruttatori. Perno non essenziale, o meglio, perno smontabile nella vita di donne capaci di graffiare il cuore e di lasciarselo trafiggere pochi istanti dopo.
Donne comuni, lontane dall'arte di Tina e Frida , donne che amano, che spettegolano, che scappano, che vivono in una terra di confine in cui hanno traslato tradizioni di famiglia e nomignoli, mujeres chiclets, donne gomma masticante, tese tra le roventi frontiere di Messico e Texas.
C'è la temibile nonna Tremenda che fa la sua prima breve comparsata, e che tornerà a strattonarci nel suo rebozo in Caramelo, romanzo che uscirà solo nel 2005. C'è Ines, la donna di Emiliano Zapata che ha gli occhi rinsecchiti come le mogli dei marinai, a furia di attenderlo guardando l'orizzonte. C'è chi è a disagio perchè ha 11 anni, chi prega la Virgencita di Guadalupe di farla dimagrire mentre si ingozza davanti alla tv. C'è chi fa l'amore in spagnolo per la prima volta, chi si innamora del disinfestatore de la cucaracha achuparrada. E c'è chi grida, come la Gritona che da il titolo al libro, un urlo di cui non si conosce l'origine.

Che sia di rabbia, dolore non si sa, ma ci piace pensare che sia gioia, piacere, vita.

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