lunedì 15 febbraio 2016

Recensione libro: "Il libro russo dei sogni a colori" di Gina Ochsner

Tanja trascina con difficoltà il suo corpo robusto nelle strade fangose, è pesante ma si sente leggera, il suo sovrappeso lo vedono solo gli altri. Si nutre di nuvole e di colori, e ne trascrive ogni variazione sul suo taccuino dei sogni e della speranza, dove c'è spazio per tutti, anche per la terribile nonna Lukerija, che batte le gambe di legno sul pavimento mentre bacia ogni mattina le sue adorate icone ortodosse, e poi trascorre la sua giornata con acrimonia, fumando una sigaretta bulgara a buon mercato dopo l'altra.

Ol'ga lavora come traduttrice alla Stella Rossa, giornale di spietata propaganda militare, dove, come un'abile tessitrice mette un filo dorato tra le parole per fargli perdere il vero senso, le anestetizza, le rende innocue al lettore russo che deve sentirsi al sicuro. Eppure na volta, le amava le parole, ne imparava di nuove continuamente, e in tutte le lingue possibili.

Adesso ha 44 anni, è vedova, ha un grosso sedere e un figlio di nome Jurij, veterano a soli 24 anni, che crede di essere un pesce, e vive con un casco da astronauta sempre calato sulla testa.
Tutti vivono in un condominio scalcinato e tozzo di vetusta architettura sovietica,e tutti sono come apolidi. Dal tetto, Mirkhat pesca con una canna immaginaria nel cumulo di immondizia del cortile, è la sua ultima pescata prima di volare giù.
Sua moglie Azade, è una musulmana caduta in disgrazia, che fa da gestore e guardia alla latrina comune . Dagli effluvi condominiali ha imparato a conoscere e interpretare i desideri degli abitanti, dalla sua postazione scopre i sogni e le preoccupazioni di tutti.
E così sa dell'amore segreto di Tanja per Jurij, delle difficoltà di Olga nel continuare a mentire all'intera nazione, dei pensieri privi di  senso di suo figlio Vitek,piccolo imbroglione che si imbrillantina i capelli con il lucido da scarpe.
Tutto questo succede nel meraviglioso  Il libro russo dei sogni a colori di Gina Ochsner, edito da Nottetempo. Siamo a Perm', cittadina siberiana in cui vecchie nonnette sprofondano nel nulla mentre portano a spasso i cani, dove i morti come Mirkhat tornano per dispensare consigli e per cambiare il corso della storia collettiva e condominiale.
Perm' è un luogo dove un giorno si aprirà una fossa enorme che inghiottirà i palazzi e le strade, e i severi edifici grigi, e, in questa fossa ogni abitante del palazzo troverà quello che stava cercando.
Lukerija la gentilezza, Azade il coraggio di tornare al suo paese, Tanija le parole per Jurij che non ha scritto sul taccuino, Ol'ga il paradiso delle parole tradotte.
Mentre tutto sprofonda, l'armonia si ristabilisce, in un libro che ci fa sembrare possibili tutti i sogni.


Roberta Paraggio  

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